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Enrico Nebbioso Martini |
Oggi inauguriamo sul blog Cyrano Comics una serie di
interviste a sceneggiatori, fumettisti e autori che gravitano attorno al mondo Cyrano.
Per aprire le danze, iniziamo da
Enrico Nebbioso Martini, uno dei nostri sceneggiatori storici, punta di diamante dell'inventiva che sta dietro a una quantità incredibile delle pubblicazioni a cui lavoriamo da anni.
Non indugiamo oltre, e tuffiamoci a fare 4 chiacchiere di bottega con Enrico!
Ciao Nebbioso, grazie per il tuo tempo! Andiamo subito al sodo:
1. Qual è il genere di storie (fantasy, horror, noir, comico, ecc...) che preferisci sceneggiare?
Direi quelle che in Giappone chiamano Shonen Manga. Possono spaziare molto di
tono e genere anche all'interno dello stesso episodio. A proposito: devo
trovare qualche volontario per uno shonen manga fatto come si deve: chi si
offre?
2. Come scegli il disegnatore con cui collaborare?
Se possibile, cerco di
adattare le mie storie ai disegnatori con cui collaboro, rendendoli parte
integrante del processo creativo. Non “scelgo” quindi il disegnatore, di
solito, ma cerco di adattarmi io a lui
3. A volte si dice che il disegnatore fa un po' di testa sua, senza rispettare completamente l'idea e il plot stesi dello sceneggiatore. È successo anche a te? Come l'hai presa?
Difficilmente capita. Come
dicevo sopra, preferisco collaborare con il disegnatore, dandogli ampia libertà
per fare suo il personaggio e la storia, modificando le inquadrature in base
alle sue preferenze, adattando la storia per farne un qualcosa che sia il più
possibile godibile. Un punto di vista diverso dà spesso una resa superiore.
4. Chi è l'autore o sceneggiatore che più ammiri?
Difficile da dire, perché
difficilmente apprezzo in toto i lavori di un autore. Sono le storie che amo,
forse perché somigliano a quelle che vorrei scrivere io o perché diventano
quelle che vorrei scrivere io.
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Una tavola di Ars Regia - Martini, Bettanin, Bovo |
5. Ci sono film, telefilm, registi, cartoni animati o gruppi musicali che hanno influenzato il tuo immaginario, il tuo "sentire artistico"?
La musica è parte
integrante del mio scrivere, al punto da pensare, più o meno in maniera
conscia, una colonna sonora per le mie storie.
Quanto al resto, spesso inserisco citazioni e riferimenti a film, registi, cartoni animati
e alla musica, ovviamente.
6. Come si diventa "bravi a scrivere"?
Sono convinto che, come
per quanto riguarda disegnare, l'esercizio costante, la lettura, il mettersi in
discussione e il confrontarsi aiutano a migliorare.
Sono altresì convinto che alcune cose non si possono imparare: sono dentro di
te e funzionano al pari dei sentimenti. Sono una specie di magia a cui puoi
accennare, che puoi stimolare, ma che non si può imparare. C'è chi lo chiama
talento, chi predisposizione, chi ritmo, chi in mille altre maniere, ma è quel
qualcosa che, se manca, impedisce a uno scrittore di sceneggiare e a uno
sceneggiatore di scrivere narrativa o poesia.
7. Ti è mai capitato di non riuscire a trovare un finale?
Sì, capita spesso, a dire
il vero, specie quando la storia mi spiace e vorrei ricavarne una serie o,
semplicemente, una versione più lunga. Certo, esistono i trucchi del mestiere,
ma credo che a un certo punto le storie evolvono da sé, quindi non c'è bisogno
di cercare un finale. Basta avere pazienza e arriverà.
8. A cosa stai lavorando attualmente?
Ho appena finito di
sceneggiare le storie di Curami, un progetto che, salvo imprevisti,
presenteremo a Lucca. Un porno interpretato da sognatori, se volessimo parlarne
in maniera alternativa. Ora sto seguendo l'evoluzione dei lavori e curando le
parti a corredo.
Poi dovrei lavorare sul
seguito di It's Fantastic!, progetto che si staccherà dal nostro sponsor
iniziale. In ballo comunque ci sono anche Ars Regia e altri progetti a lungo
termine.
Poi c'è anche la mia
attività come scrittore di narrativa, ma non credo sia quello che ci interessa
quei
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Una tavola da It's Fantastic! di Martini, Bagnoli, Ferrari |
9. C'è una tua sceneggiatura di cui sei particolarmente orgoglioso? Perché?
Ce n'è più di una e per
motivi molto diversi: It's fantastic! secondo me è divertente e di lettura
agile e fluida. L'episodio S è molto vicino a quello che avrei voluto vedere
dai prequel di Saint Seiya ma, a rileggerlo, mi rendo conto che è stato troppo
condizionato dai tempi di consegna. Renderei più ariose alcune tavole, per dare
più spazio ad alcune scene cruciali.
Ma ora che ci penso, molte
storie che non ho avuto modo di finire mi piacciono davvero tanto: da Ars
Regia, ad Aurora, alle storie di Asmodeo. Spero di avere modo di poterci
mettere mano in un prossimo futuro e sentire da voi se la permanenza nella mia
mente le ha fatte maturare, come il buon vino, o le ha mandate in aceto.
10. Qual è il fumetto che ancora non hai scritto ma che ti divertiresti da impazzire a sceneggiare?
Vorrei sceneggiare PK.
11. Svelaci un tuo sogno.
Vorrei sceneggiare PK.
L'ho già detto?
12. Svelaci il tuo più grande incubo.
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Enrico visto dagli occhi di Federico Kecche Gaspari |
Non poter più scrivere.
13. Qual è il tuo motto?
Più che un motto è una
parola che mi ripeto a mo' di mantra: tenacia. Sono tutte balle quelle sulla
fantasia: chi vuole scrivere deve confrontarsi con la routine, con la noia
delle correzioni, con periodi di inedia creativa. Ma se si vuole davvero
narrare serve tanta tenacia.
14. Ultimissima cosa: dove possiamo seguirti? Hai un blog, un sito, un portfolio online, ecc?
L'intervista è finita! Grazie mille Enrico.
A presto per la prossima chiacchierata :-)