Lagarto Rojo
Testo di NebbiosoIllustrazione di Strupi
«Ora che ti sei rifocillato, vuoi forse confessarti?».
Il monaco guarda ancora una volta l’uomo scheletrito trovato alle porte del convento con gli abiti a brandelli, privo di sensi.
Lo guarda mentre mangia avidamente una scodella di zuppa, in silenzio, come se non avesse il fiato che per mangiare e respirare.
«Non dovresti parlare con me, monaco».
«So che non dovrei parlare con l’uomo di pietra. Ma alla mia età si teme più il giudizio di Dio che quello degli uomini...».
«Il mio nome è Felix Pablo de Vega, milites al servizio di Goffredo il villoso, conte di Barcellona, Girona e Osona, e appartengo all’Ordine militare del Lagarto Rojo, corpo scelto cui il conte affida missioni di massima importanza. Non ci hai mai spaventato la morte, non ci hanno mai dissuaso dalla pugna le sofferenze o le sfide troppo grandi. Da sempre sogniamo di vedere le nostre gesta divenir canzoni come quelle della battaglia di Roncisvalle, con i paladini del grande re dei Franchi che compivano miracoli, morendo nell’adempimento del dovere.
Nessun commento:
Posta un commento