Avengers: Age of Ultron - La nostra opinione


Sono passati ormai sette anni da quando i Marvel Studios hanno lanciato il loro universo condiviso con Iron Man. Ne è passata di acqua sotto i ponti in questo lasso di tempo: non solo abbiamo assistito alla materializzazione dei nostri sogni proibiti nel primo The Avengers, un film che poteva trasformarsi in un disastro e invece si è rivelato un capolavoro del genere supereroistico, ma nel frattempo la Marvel ha anche rilanciato con i riuscitissimi Captain America: The Winter Soldier e Guardiani della Galassia, perfette espressioni delle due anime – una seria e una più auto-ironica – dello studio. Avengers: Age of Ultron aveva dunque un bel peso sulle spalle fatto di aspettative esagerate da incontrare e magari anche superare. E, per la seconda volta, Joss Whedon ce l'ha fatta.

Age of Ultron non sarà certamente fresco e leggero come l'originale, è sicuramente appesantito da qualche passaggio un po' sbrigativo e un finale anche troppo TROPPO. Ma dannazione se non asfalta completamente la concorrenza in tema di blockbuster estivi con una classe e un senso del divertimento impossibili da replicare da chiunque altro non si chiami Joss Whedon. Nel film c'è tutto quello che ci si aspettava: nuovi membri della squadra, citazioni a destra e a manca dedicate ai lettori Marvel, scene d'azione spettacolari e una scrittura che sorregge tutto questo e flirta col senso del ridicolo senza mai superarlo. E questo nonostante lo schermo sia infarcito di tizi in costume che menano androidi, nazisti valdostani, gemme magiche aliene e corpo a corpo tra robot e giganti verdi.


È in particolar modo incredibile come Whedon sia riuscito a dare peso ai personaggi “minori”: se la volta scorsa eravate tra quelli che si erano lamentati per il poco spazio riservato a Occhio di Falco, sappiate che stavolta Jeremy Renner è uno dei protagonisti, ha le battute migliori, il compito di fare da mentore alle nuove leve (soprattutto Scarlet) e di stabilire un fondamentale ponte psicologico tra spettatori ed eroi. Capitan America, Thor e Iron Man sono lontani dei e rockstar con cui è impossibile rapportarsi? Niente paura, c'è Clint Barton col suo arco e la sua vulnerabilità, l'indole pragmatica e la sua concretezza anche in mezzo alle vicende più assurde. Più spessore ha anche la Vedova Nera di Scarlett Johansson, forse mai così approfondita come ora, con tanto di flashback che rimanda al suo misterioso passato e fornisce un gancio anche alla serie Agent Carter. C'è spazio anche per una storia d'amore con un certo dottore investito dalle radiazioni gamma...

James Spader interpreta Ultron con la tecnica del motion capture, la stessa con cui è stato creato Gollum de Il signore degli anelli. Nella versione italiana non resta ovviamente traccia della sua performance vocale, ma il modo in cui il personaggio si pone nei confronti degli altri, la sua mimica megalomane e il suo pungente sarcasmo sono tutti merito dell'attore, e ne fanno un villain di tutto rispetto, vero e proprio figlio di Tony Stark. A colpire più di tutti, comunque, è la Visione, l'androide creato da Ultron che si ribella al padre malvagio e diventa parte dei Vendicatori. A interpretarlo c'è Paul Bettany, l'attore che finora ha dato la voce a J.A.R.V.I.S., il "maggiordomo virtuale" di Stark. La Visione è semplicemente fantastica, un personaggio incredibilmente carismatico che introduce alcune scottanti domande su Intelligenza Artificiale, evoluzione e ruolo dell'umanità nel mondo.


Nel frattempo avanza la trama cosmica che ci porterà ad Avengers: Infinity War Parte 1 (2018) e 2 (2019). Le Gemme dell'Infinito forniscono, come già avvenuto nel primo Avengers e in Guardiani della Galassia, il MacGuffin, ovvero l'oggetto del contendere che porta avanti la narrazione. Ancora non sono centrali alla comprensione della storia, ma qui lo diventano un po' di più.

Alla fine si esce dal cinema un po' sopraffatti, per la mole di rimandi a storie ancora di là da venire (Civil War, Thor: Ragnarok, Black Panther...) e la durata importante, 150 minuti (di cui una decina di titoli di coda, però). Ma Avengers: Age of Ultron resta comunque uno spasso e un blockbuster a cui non mancano anima e personalità.

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